Dove sta e dove vorremmo che andasse la pediatria – Paolo Siani

Triacorda Notizie

Paolo Siani si è laureato e specializzato in Pediatria presso l’Università di Napoli. Attualmente è Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria dell’Ospedale Pediatrico Santobono della stessa città. E’ Presidente nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri, fondata nel 1974 e particolarmente attiva nei campi dell’editoria, della formazione, della qualità delle cure, delle diseguaglianze socio-sanitarie, dei bisogni di salute e dei modelli assistenziali per i minori. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste italiane e in lingua inglese incluse nella banca dati bibliografica internazionale PubMed.

A lui abbiamo rivolto alcune domande sui temi che prevede di affrontare nella sua relazione al convegno di Tria Corda del 14 novembre prossimo.

Dott. Siani, per riprendere il titolo della Sua relazione, ci può dire sinteticamente a che punto è attualmente in Italia l’assistenza pediatrica?

I pediatri in Italia sono circa 15.000; la metà è rappresentata da pediatri di libera scelta (pls), altrimenti chiamati pediatri di famiglia (pdf). Attualmente questi numeri sono in linea con il fabbisogno di cura, anche se la distribuzione sul territorio nazionale non è uniforme e lascia alcune aree scoperte.

Ma il vero problema si profilerà nel 2020, quando i pls, per effetto dello squilibrio tra quelli che andranno in pensione (circa 400-600 ogni anno) e i nuovi specialisti, si ridurranno a circa 6.000.

Quali saranno le conseguenze di questa situazione? E quali possono essere i rimedi?

La progressiva riduzione del numero di pediatri e la difficile congiuntura economica, unitamente alla crescente complessità sociale, al cambiamento dell’epidemiologia delle malattie, all’aumento delle patologie croniche e delle condizioni di disabilità e di disagio psichico, candidano il nostro paese, in un futuro molto vicino, ad una situazione critica sia per la salute dei bambini che per l’assistenza pediatrica.

Sono necessarie pertanto nuove politiche e nuove forme organizzative assistenziali, che siano in grado di affrontare i problemi in maniera più efficace, nell’ottica di una medicina centrata sul bambino e sulla famiglia, con una maggiore uniformità su tutto il territorio nazionale. Non è infatti accettabile una sanità a diverse velocità nelle varie Regioni d’Italia, sia per quel che riguarda le cure primarie, cioè quelle offerte a livello territoriale, che per l’assistenza ospedaliera di base e di II e III livello.

Quali sono le proposte dell’Associazione Culturale Pediatri, di cui Lei è il presidente nazionale, per fronteggiare la situazione di cui ci ha parlato?

Per far fronte ai cambiamenti appena accennati e alle nuove necessità l’Associazione Culturale Pediatri propone un progetto di cure centrato e conformato sulle varie fasi della vita del bambino, partendo dalla salute della coppia prima del concepimento, poi sulla gravidanza, per arrivare al periodo post-natale e così via fino all’età adolescenziale. La novità di questa visione è che essa è centrata primariamente sulle persone, nel nostro caso i minori, e non sui servizi; essa, inoltre,mette in evidenza che la stragrande maggioranza dei bambini italiani gode di ottima salute ma anche che nel nostro Paese ogni anno vi sono circa 90.000 bambini in più con condizioni e patologie che necessitano di adeguata assistenza sanitaria e sociosanitaria, modulata secondo le loro necessità. Questa dovrebbe anche essere la linea lungo la quale il progetto di un Ospedale Pediatrico del Salento deve svilupparsi ed essere realizzato.

Solo un Servizio Sanitario Nazionale centrato sui problemi sarà in grado di dare risposte adeguate ed efficienti alla popolazione.

 

Segreteria Tria Corda


Trovi interessante l’argomento? Il dottor Paolo Siani sarà presente al convegno “Bambini e assistenza pediatrica nel Salento” per approfondire questo tema.