Le cure ospedaliere pediatriche nell’area salentina – Carlo Corchia

Triacorda Notizie

Carlo Corchia si è laureato e specializzato in Clinica Pediatrica presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Roma. Ha lavorato come neonatologo presso l’Università di Napoli e l’università di Sassari. Ha poi diretto fino al 2007 l’Unità Operativa Complessa di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Attualmente è vice-direttore dell’International Centre on Birth Defects and Prematurity (ICBD) di Roma, centro collaborativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e partecipa alle attività dell’Associazione Tria Corda Onlus di Lecce. Si è occupato, tra l’altro, di organizzazione e valutazione delle cure perinatali e pediatriche e di epidemiologia e prevenzione della prematurità e dei difetti congeniti, dopo un periodo di formazione in statistica medica ed epidemiologia presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine. Fa parte del direttivo nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri ed è socio della Società Italiana di Pediatria. Ha pubblicato numerosissimi lavori scientifici, molti dei quali, in lingua inglese, inseriti nella banca dati bibliografica internazionale PubMed.

A lui abbiamo rivolto alcune domande sui temi che prevede di affrontare nella sua relazione al convegno di Tria Corda del 14 novembre prossimo.

Un nuovo ospedale nella ASL di Lecce? Non ce ne sono già tanti? Può chiarire i perché della proposta?

Innanzi tutto bisogna precisare che la proposta non prevede un “nuovo” ospedale in senso stretto, ma una struttura con servizi ospedalieri pediatrici specialistici distinta strutturalmente ma funzionalmente e amministrativamente facente parte del già esistente presidio ospedaliero di Lecce. Detto questo, è indubbio che la proposta, a prima vista, possa apparire paradossale. Però guardiamo i dati prodotti dal gruppo di lavoro Area Medica istituito a seguito del protocollo d’intesa tra Regione Puglia, ASL LE e Associazione Tria Corda Onlus per la realizzazione, l’avvio e la gestione di un Ospedale Pediatrico del Salento. Ebbene, questi dati ci descrivono un quadro caratterizzato da un’ancora alta migrazione passiva di bambini e adolescenti salentini verso strutture di altre regioni, da una frequenza di ricoveri tre volte più elevata di quella delle regioni con i più bassi tassi di ospedalizzazione, da un numero di reparti di pediatria generale ben più alto dello standard previsto dalle linee di indirizzo dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali e del Ministero della Salute, e dall’assenza di molte specialità pediatriche (accanto, bisogna dirlo, ad alcuni servizi di eccellenza). Ricoverare meno, ricoverare solo ciò che serve, offrire servizi specialistici di alta qualità e ridurre la migrazione verso altre regioni; sono questi gli obiettivi che con la sua proposta l’Associazione Tria Corda vuole contribuire a raggiungere per rispondere in modo appropriato ai bisogni e alle richieste della popolazione.

Nello specifico, cosa si prefigge l’Associazione TriaCorda con la sua proposta di istituzione di un Ospedale pediatrico del Salento?

L’Ospedale deve essere, in particolare, Centro di riferimento di alta specializzazione per i problemi sanitari pediatrici dell’area salentina. In quanto tale deve poter offrire servizi per:

  1. l’emergenza-urgenza pediatrica, integrati con il trasporto interospedaliero, e la terapia intensiva pediatrica;
  2. la cura dei minori affetti da malattie croniche e disabilitanti, in collegamento con i servizi territoriali;
  3. percorsi e servizi per la riabilitazione in età evolutiva;
  4. cure palliative in età pediatrica;
  5. attività formative;
  6. ricerca biomedica;
  7. umanizzazione delle cure e rispetto del Codice del Diritto del Minore alla Salute e ai Servizi Sanitari.

Si sente spesso parlare di “area pediatrica”. Può chiarirci il concetto e spiegare il significato di questo termine?

Certamente. In primo luogo bisogna sapere che moltissimi bambini e adolescenti sono ancora ricoverati in reparti per adulti (nella ASL LE più di uno su quattro). Bambini e adolescenti devono invece essere curati in aree, più comunemente chiamati ‘reparti ospedalieri’, a loro specificamente dedicati. Il concetto di area pediatrica, tuttavia, non fa esclusivamente riferimento alle caratteristiche architettoniche, cioè strutturali, dei luoghi di ricovero, ma anche al personale medico e infermieristico, che deve essere dedicato esclusivamente al bambino e all’adolescente. In quest’area così concepita deve svolgersi il confronto con gli altri specialisti nell’ambito di un’attività multidisciplinare. Il personale, inoltre, deve essere specificamente formato per assistere bambini e ragazzi. Si tratta, come si vede, di un modello che mette al centro il paziente, in questo caso il minore dalla nascita e per tutta l’età evolutiva.

L’ultima domanda. Immaginiamo che l’Ospedale pediatrico curerà anche gli aspetti dell’umanizzazione e dell’accoglienza. Cosa ci può dire?

E’ sicuramente fondamentale e indispensabile, per dare un’assistenza pediatrica di qualità, non tralasciare questi aspetti. Stiamo parlando di un ospedale a misura di bambino. Il bambino non deve neanche accorgersi di andare e di stare in ospedale. Stanze di degenza accoglienti; colori adatti ai bimbi di varie fasce d’età; sale di svago e ricreazione, diverse per ogni fascia d’età; spazi all’aperto; la possibilità di effettuare la “pet therapy”; la scuola; spazi dove poter incontrare i propri amici e uno spazio per la lettura ad alta voce per i bimbi più piccoli e per l’ascolto della musica. Sono questi alcuni degli aspetti più importanti che devono caratterizzare un ospedale pediatrico in cui le parole umanizzazione e accoglienza non si limitino ad essere solo dei principi enunciati, spesso in modo autoreferenziale, ma anche realizzati.

 

Segreteria Tria Corda


Trovi interessante l’argomento? Il dottor Carlo Corchia sarà presente al convegno “Bambini e assistenza pediatrica nel Salento” per approfondire questo tema.