EDUCAZIONE DEI BAMBINI: L’IMPORTANZA DELL’INTELLIGENZA EMOTIVA

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“Sei uno stupido!” “Sei disobbediente!” “Sei una frana!” “Non capisci niente!” “Sei proprio un bimbo cattivo!”

Ti è mai capitato di sentirti affibbiare un’etichetta poco piacevole? La sensazione non sarà stata di certo delle migliori!

Il modo di vedersi di ciascuno di noi è in larga parte il riflesso della maniera in cui ci vedono gli altri. Precisamente, la nostra auto-percezione dipende in gran misura dal modo in cui siamo coscienti che gli altri ci vedono. Da ciò deriva la consapevolezza di quanto possano essere deleterie le cosiddette “etichette negative” e di quanto possano influenzare l’identità di un bambino o di un adolescente, non ancora del tutto formata.

Le reputazioni negative, in particolar modo, innescano un circolo vizioso a cui è difficile sottrarsi e, una volta attribuite, si auto-rinforzano, anche attraverso l’interpretazione negativa di condotte ambigue. La necessità di sentirsi qualcuno è così forte che le persone accettano di assumere una reputazione negativa agli occhi degli altri, una volta falliti i tentativi di renderla positiva, e questa diventa una parte del Sé, gli individui la utilizzano come strategia di auto-presentazione.

Le etichette tendono a marchiare i bambini e ciò può ridurre la probabilità che essi riescano a superare le loro difficoltà. Abbasso quindi le etichette sui bambini! (.. ma anche urla, minacce e ricatti!) Ciò non significa che non è bene rimproverarli quando si comportano come non dovrebbero, ma è importante capire che rimproverare un comportamento o una singola azione è cosa assai diversa dal giudicarli nella loro globalità e identità. Ovvio che poi capita a tutte le mamme, anche a quelle più pazienti, di avere una giornata negativa e di perdere la calma coi propri figli, ma è bene che questo non diventi un’abitudine.

L’effetto Pigmalione (chiamato così per fare riferimento allo scultore le cui attese positive svegliarono la statua), meglio conosciuto come “Profezia che si autoavvera”, sottolinea quanto le aspettative esterne, a lungo andare, possano influenzare l’intera identità di una persona. Questo può succedere, ad esempio, nel caso di un insegnante che, credendo che un bambino non sia in gamba come gli altri, lo tratterà in modo diverso, provocando in lui la tendenza a diventare proprio come lo aveva immaginato.

In che modo allora far sì che la “Profezia che si autoavvera” possa influire positivamente? La risposta è entrare in sintonia con il bambino, usando l’Intelligenza Emotiva e aiutandolo a svilupparla.

L’Intelligenza Emotiva racchiude un insieme di abilità, tra le quali la capacità di comprendere e gestire consapevolmente le proprie emozioni e quelle degli altri. Significa saper ascoltare, saper comprendere, comunicare e dimostrare fiducia, essere capaci di motivare se stessi e gli altri, essere perseveranti nel perseguire un obiettivo, nonostante le frustrazioni, controllare al meglio le emozioni negative e stabilire legami sociali.

Prendiamo l’esempio di un bambino che urla e piange perché il fratellino gli ha strappato di mano un giochino: la possibile reazione di un genitore sarebbe quella di dirgli: “Non schiamazzare e non fare i capricci!! Lascia giocare un po’ anche tuo fratello!”; a questo punto il bambino, non sentendosi compreso, potrebbe reagire ancor peggio, andando a tirare i capelli del fratellino. La madre, presa anche lei dalla rabbia, gli urlerebbe: “SMETTILA!! ADESSO BASTA!! SEI PROPRIO UN BIMBO CATTIVO! QUESTO GIOCHINO NON LO TOCCHERAI PIU’ PER ALMENO DUE GIORNI!”. Una reazione appropriata sarebbe invece quella di dirgli: “Sei arrabbiato perché tuo fratello ti ha preso il giocattolo e non avevi ancora finito di giocare, vero? Anch’io proverei tanta rabbia nei tuoi panni! Ma non va assolutamente bene che gli tiri i capelli. Che cosa potresti fare invece?”

Di fondamentale importanza è educare i bambini a parlare del sentimento che provano, a dargli un nome, ad accettarlo e a comprenderlo, senza mai ignorarlo o minimizzarlo. Per gestire e controllare le emozioni bisogna prima riconoscerle! Nello stesso tempo, occorrerebbe correggere i comportamenti sbagliati e aiutarlo a trovare una soluzione, raccontando magari quando anche a noi da piccoli una volta è successa la stessa cosa…

Evidenze scientifiche dimostrano che educare i bambini all’Intelligenza Emotiva li aiuta a realizzare meglio il loro ruolo nella vita, ad essere più sereni e felici. Questa abilità non è innata, la sua acquisizione può durare tutta la vita e, come sempre, nell’impegnarci ad educare i nostri bambini, abbiamo la splendida opportunità di imparare molto anche su noi stessi.

 

Patrizia Scarcella