NO AI VIAGGI DELLA SPERANZA PER I BAMBINI
NO AI VIAGGI DELLA SPERANZA PER I BAMBINI
Sono sempre piΓΉ numerosi i salentini che decidono di andare fuori alla ricerca di cure piΓΉ appropriate, ma quando si tratta di bambini la cosa comincia a far riflettere ancor di piΓΉ.
Da un report redatto dallβassessorato regionale alla SanitΓ , si evince che quasi 9 salentini su 100 scelgono di curarsi in ospedali del Nord Italia, in regioni come la Lombardia (il 23% con oltre 2.600 ricoveri), lβEmilia Romagna, il Lazio, la Toscana e il Veneto. Nellβultimo anno si Γ¨ assistito ad un aumento dei viaggi della speranza con 11.600 ricoveri fuori regione, il piΓΉ delle volte per prestazioni oncologiche e per interventi legati alle articolazioni.
La situazione non cambia per i piΓΉ piccoli: 688 ricoveri, pari al 6 per cento, solo nellβOspedale Bambin GesΓΉ di Roma. Bambini costretti a compiere i dolorosi βviaggi della speranzaβ in cerca della tutela del diritto alla salute, che a volte sembra pura utopia. Notevoli sono i costi e i disagi in termini economici, fisici e psicologici per questi bambini e le loro famiglie, costretti a rivolgere le loro speranze altrove.
Per i ricoveri fuori regione, ingenti sono i costi annuali complessivi a carico delle famiglie (che vanno da 1.560.000 β¬ a 2.856.000 β¬), senza contare le spese di trasporto, lβeventuale necessitΓ di rimanere in loco per qualche giorno in piΓΉ dopo la dimissione o la necessitΓ di effettuare altri viaggi per visite di controllo.
Il gruppo di lavoro Area Medica, istituito a seguito del protocollo dβintesa tra Regione Puglia, ASL LE e Associazione TriaCorda, sottolinea quanto siano elevati i tassi di ospedalizzazione tra 1 e 4 anni e tra 5 e 14 anni, superiori alla media della regione Puglia e fra i piΓΉ alti dβItalia, trattandosi in molti casi di ricoveri inopportuni, ovvero non giustificati dalle patologie o dai problemi dei bambini, con il conseguente problema del ricovero dei bambini in reparti per adulti. Tutto ciΓ² porterebbe ad un utilizzo improprio delle risorse economiche e ad unβinfluenza negativa sulla vita dei bambini e quella delle loro famiglie (lβospedalizzazione, per un bambino, Γ¨ sempre unβesperienza negativa, in ogni caso).
LβOspedale Pediatrico del Salento svolgerebbe, oltre alle funzioni di centro di 1Β° livello per gli abitanti del suo bacino di utenza, anche quelle di centro di riferimento specialistico di 2Β° livello per lβintera area territoriale della ASL LE e, possibilmente, di quelle limitrofe, secondo un modello βhub & spokeβ.
LβOspedale Pediatrico erogherebbe i servizi specialistici per le varie sottospecialitΓ pediatriche, inclusa la Chirurgia Pediatrica, attualmente decentralizzata, insieme a quelli di pediatria generale, in modo tale da rispondere appieno ai fabbisogni della cittadinanza. Gli obiettivi principali sono quindi:
- ricoverare meno e in modo piΓΉ appropriato;
- offrire servizi specialistici sia in regime di ricovero ordinario che diurno;
- ridurre la migrazione sanitaria verso altre regioni;
- ridurre i costi a carico della ASL LE ed investire le risorse risparmiate in interventi utili per la salute dei bambini;
- ridurre i costi per le famiglie.
Γ chiaro che i cittadini di Lecce e provincia cercano altrove cure di eccellenza che qui scarseggiano. Si ha la necessitΓ , dunque, di rimodellare lβofferta sanitaria, ora che si Γ¨ alle prese con il nuovo piano di riordino.
Patrizia Scarcella