La pediatria delle cure primarie: cosa bolle in pentola in Italia e in Europa? – Laura Reali

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Laura Reali si è laureata e specializzata in Pediatria presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Roma, città nella quale esercita la sua attività professionale di pediatra di famiglia. In Italia è socia della Società Italiana di Pediatria e della Federazione Italiana Medici Pediatri, ed è responsabile del gruppo di lavoro su formazione e ricerca dell’Associazione Culturale Pediatri. A livello internazionale è componente del direttivo della European Confederation of Primary Care Pediatricians (ECPCP). Ha tenuto relazioni a numerosi congressi e pubblicato svariati articoli nelle riviste mediche su argomenti riguardanti la formazione dei pediatri, i sistemi sanitari e la qualità delle cure.

Di seguito presentiamo un suo contributo sugli aspetti delle cure pediatriche primarie di cui è massima esperta. Alcuni dei temi trattati saranno tra quelli che verranno affrontati e presentati in dettaglio al convegno di Tria Corda “Bambini e assistenza pediatrica nel Salento”, che si svolgerà a Lecce il 14 novembre prossimo.

Nel 2008 agli esordi della crisi economica che ancora oggi attanaglia l’Europa, e l’Italia in particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicò il suo rapporto annuale sullo stato di salute del pianeta con un titolo molto evocativo: “Primaryhealth care -Now more thanever”, proprio per sottolineare l’importanza delle cure primarie nei sistemi sanitari.

Se da un lato sembra ovvio che la figura di riferimento delle cure primarie in età pediatrica debba essere il pediatra, e numerosi studi lo confermano, risultati soddisfacenti per la salute dei bambini sono stati ottenuti anche in alcuni paesi europei nei quali le cure primarie non sono erogate dal pediatra. Laddove è il medico di famiglia a occuparsi in prima battuta del bambino si discute su quanto il medico di famiglia sappia effettivamente di pediatria, sulle sue capacità di selezionare correttamente i bambini da inviare in ospedale e sulle scarse garanzie di questo sistema in termini di azione preventiva.Tali considerazioni nascono dal fatto che nella maggioranza dei paesi la durata della formazione in pediatria è uguale o superiore a 5 anni, mentre il tempo medio di formazione in pediatria dei medici di base è di soli 4 mesi. Al contrario, c’è chi ritiene che le cure primarie ai bambini erogate da pediatri producano, attraverso l’accesso non selezionato e diretto allo specialista pediatra, un eccesso di intervento non necessario, costoso e potenzialmente dannoso.

Tale dibattito è però superato dagli eventi, perché nel frattempo il bisogno di cure pediatriche in Europa occidentale si è notevolmente modificato, per il cospicuo aumento delle morti per malattie non trasmissibili (MNT) e il notevole decremento delle morti causate da patologie infettive e respiratorie. Le MNT più diffuse sono: disordini neuropsichici (soprattutto depressione), patologie congenite, patologie dell’apparato muscolo scheletrico e respiratorio (es. asma). Quindi i Sistemi Sanitari Nazionali hanno dovuto rimodellare la loro offerta sanitaria e l’organizzazione dei servizi pediatrici sulla base di tali nuove tendenze, tenendo conto delle ristrette disponibilità economiche imposte dalla crisi economica.

Tale contesto ha determinato da parte delle Società Scientifiche Pediatriche Europee (EAP, ECPCP, UEMS) una crescente attenzione alla specificità del ruolo del pediatra, che ha prodotto la definizione di un curriculum formativo comprendente un insieme di competenze pediatriche essenziali.

Contemporaneamente, da parte dei governi europei c’è stata una sempre maggiore attenzione alla dimensione della qualità delle cure, che ha avuto, tuttavia, ricadute pratiche insufficienti per la falsa e non motivata opinione secondo cui essa richiederebbe risorse economiche attualmente non disponibili. E’ dimostrato, invece, che l’attenzione alla qualità delle cure migliora anche l’efficienza del sistema, cioè riesce a far ottenere cure migliori con spese inferiori.

Secondo l’OMS la qualità delle cure è il prodotto di diverse componenti del sistema sanitario, tra cui, in particolare, funzioni di governo, infrastrutture, apparecchiature e medicali, risorse umane, finanziamento, sistema informativo e caratteristiche organizzative; essa, inoltre, è influenzata dalla domanda di salute e dalla “healthliteracy” degli utenti. Buona parte degli errori e delle mancanze deriva da fattori interni al sistema riguardanti, ad esempio, l’organizzazione di specifiche attività, le conoscenze e la motivazione del singolo operatore, le sue condizioni di lavoro, i rapporti interpersonali nel luogo di lavoro, la competenza e la voglia di far bene del singolo manager.

Per migliorare la qualità servono sostanzialmente: standard, misurazioni, strategie e forze motrici. Gli standard derivano dalle linee guida e dalle raccomandazioni delle agenzie internazionali, con i necessari adattamenti. Sulla base di tali standard si possono fare misurazioni e valutazioni, meglio se effettuate, con un approccio “peer to peer”, cioè tra pari, da operatori esterni esperti e autorevoli appartenenti alla stessa area scientifica e professionale dei valutati. Le forze motrici possono essere autorità di governo, società professionali e scientifiche. Se poi le valutazioni vengono realizzate su scala nazionale e giungono a formulare raccomandazioni di sistema, allora è possibile modificare in senso virtuoso legislazioni, politiche, regolamenti, finanziamenti, sistemi formativi e informativi ecc. E’ dunque possibile migliorare la qualità delle cure con risorse relativamente limitate.

Se il Sistema Sanitario Italiano e le Società Pediatriche e Professionali Nazionali non tengono conto di tutto questo,se non restano agganciate all’evolversi della realtà socio-sanitaria Italiana ed europea, se non dimenticano particolarismo e protezione tout court delle “posizioni” acquisite, se non rimettono al centro dei loro interessi la domanda di salute dei bambini e il miglioramento della qualità delle cure, c’è il rischio che il sistema delle cure pediatriche primarie italiane subisca profondi mutamenti non adeguati alla domanda di salute delle nostre giovani generazioni, che rappresentano il futuro del paese.

Laura Reali


Trovi interessante l’argomento? La dottoressa Laura Reali sarà presente al convegno “Bambini e assistenza pediatrica nel Salento” per approfondire questo tema.