Piccolo Principe

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La Realtà Virtuale (VR) e la Realtà Aumentata (AR) arriva in ospedale


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Il progetto si propone di fornire al Polo Pediatrico dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce alcune applicazioni, basate sulle tecnologie della Realtà Virtuale (VR) e della Realtà Aumentata (AR), per i bambini fino a 10 anni già ricoverati o che dovranno effettuare un ricovero programmato. Le applicazioni hanno come obiettivo prepararli al ricovero, aiutarli a gestire l’ansia e la paura durante la degenza e a intrattenerli nei momenti liberi spesso lunghi e monotoni della degenza. Gli strumenti tecnologici, pertanto, da un lato forniranno una descrizione visiva del reparto ospedaliero, prefigurando l’ambiente nella mente del bambino, dall’altra fungeranno da mezzi di consapevolezza sul percorso che il paziente dovrà intraprendere, evitando alienazione e perdita di consapevolezza, aiutandolo nella gestione dello stress durante le diverse fasi che andrà ad affrontare.
I bambini disporranno di visori che li condurranno in un percorso al limite tra la realtà degli ambienti ospedalieri e la fantasia legata alla favola de “Il Piccolo Principe”. Attraverso specifiche visualizzazioni “aumentate” fruibili tramite una specifica app che sarà fornita prima del ricovero insieme a una cardboard, i giovani pazienti potranno visualizzare i personaggi e i luoghi del romanzo collegati nella realtà ai luoghi di cura dei reparti.


Obiettivi

L’obiettivo generale del progetto è fornire una piattaforma digitale che sfrutti le tecnologie della Realtà Virtuale (VR) e della Realtà Aumentata (AR) ai pazienti dei reparti di pediatria, chirurgia pediatrica e oncoematologia pediatrica dell’ospedale con lo scopo di facilitargli l’accettazione e la comprensione della terapia e del contesto ambientale sostenendoli nella gestione dello stress durante le diverse fasi del percorso terapeutico. La proposta fa uso di paradigmi di gamification in cui il paziente è chiamato a svolgere determinati task durante sessioni singole e collaborative che, pertanto, possono prevedere anche il coinvolgimento simultaneo di più pazienti e del personale sanitario. Il coinvolgimento del paziente in tali sessioni è utile nei momenti che precedono o seguono la somministrazione delle cure, durante i quali si cerca di mitigare lo stato d’ansia di un paziente attraverso il gioco e il divertimento, favorendo anche le occasioni di socializzazione con altri pazienti e con il personale del reparto. Durante la somministrazione delle cure (es. chemioterapia), il sistema assumerà i connotati di una vera e propria terapia del dolore attraverso esperienze immersive piacevoli basate sulla tecnologia della Realtà Virtuale che dovrebbero far rilassare il paziente e allontanare la sua attenzione dai fastidi e dal dolore. L’idea di iniziare un intervento sul distress ospedaliero dalla fase di ingresso/accoglienza nel contesto clinico-ospedaliero risponde bene al bisogno di un bambino e dei suoi caregiver di sentirsi accompagnati in un luogo nuovo per la cura del suo corpo.

In condizioni di crescita normale, il corpo rappresenta per il bambino la sua abitazione privilegiata, il luogo da cui è partita la conoscenza del mondo che lo circonda e di se stesso. Quando irrompe improvvisamente la malattia il suo corpo sembra tradirlo e sia lui che i suoi cari ne perdono il controllo che passa nelle mani di medici ed operatori sanitari. Per il bambino questi divengono adulti importanti e autorevoli e ne consegue che la fiducia in loro è importantissima per potersi affidare con maggiore serenità.

Inoltre, il racconto virtuale del “viaggioin ospedale da parte di un coetaneo va certamente nella direzione dell’implementazione del processo di identificazione e a tratti di emulazione dei loro pari, tipico sia dell’infanzia che dell’età adolescenziale. Tale metodologia, inoltre, potrebbe aiutare il piccolo paziente nella modulazione dell’ansia legata alle incognite della nuova situazione e alla possibile rappresentazione di elementi di minacciosità e di non prevedibilità. In particolare, è proprio al bisogno di prevedibilità che tale progetto dovrebbe massimamente rispondere. Per ognuno di noi “vedere prima” aiuta a sviluppare strategie di adattamento e di resilienza, ma a maggior ragione ciò vale per i bambini, che sono in grado di avvalersi della loro tipica creatività.

Specificatamente si vorrebbe realizzare un percorso a più passi finalizzato ad accompagnare il piccolo paziente all’ingresso in ospedale e a sostenerlo anche durante il ricovero. Gli strumenti tecnologici da un lato forniranno una descrizione visiva del reparto ospedaliero, prefigurando l’ambiente nella mente del bambino, dall’altra fungeranno da mezzi di consapevolezza circa il percorso che il paziente sta per intraprendere evitando l’alienazione. L’accettazione e la comprensione della terapia e la conoscenza del contesto ambientale lo aiuterà nella gestione dello stress durante le diverse fasi del percorso terapeutico che andrà ad affrontare.

Il suddetto tema ha dato vita a due percorsi possibili:

  1. Ingresso programmato: è un percorso definito e generalizzato da fruire direttamente a casa prima del ricovero al fine di attutire l’impatto emotivo e lo stress a cui il bambino può essere sottoposto.
  2. Ingresso non programmato: la fruizione in questo caso avviene direttamente in ospedale (es. in caso di ricovero d’urgenza).

Nel caso dell’ingresso programmato, una volta effettuati i primi controlli, al paziente viene consegnato (a titolo gratuito) una cardboard che, con l’ausilio di un normale smartphone alloggiato al suo interno, gli permetterà di visualizzare e in qualche modo “familiarizzare” con gli ambienti ospedalieri e il reparto in cui verrà ricoverato. I pazienti, pertanto, potranno utilizzare uno smartphone personale (o dei genitori) mentre l’ospedale dovrà fornire una cardboard personale a ciascun bambino. Gli ambienti ospedalieri verranno acquisiti tramite una camera a 360° e lo scenario ospedaliero presentato sarà certamente un ambiente rassicurante che potrà essere esplorato in ogni sua parte. Per favorire la corretta navigazione, lo scenario a 360° sarà, inoltre, caratterizzato da alcuni punti di interesse che consentiranno all’utente di accedere a ulteriori contenuti informativi. Lo scenario verrà arricchito di oggetti 3D e personaggi virtuali, come un avatar-guida, che renderanno la visita virtuale più “familiare” e vicina all’immaginario infantile.

Verrà, inoltre, sviluppata una specifica app di Realtà Aumentata da utilizzare una volta avvenuto il ricovero allo scopo di innescare una sorta di caccia al tesoro direttamente nel reparto. In questo caso lo scenario (questa volta reale) verrà arricchito con tecniche di realtà aumentata con quegli oggetti 3D e personaggi che il bambino aveva già visto e “incontrato” negli scenari virtuali. L’attivazione di questi contenuti avviene tramite specifici disegni che verranno collocati nel reparto e riconosciuti con tecniche di Realtà Aumentata. Il bambino dovrà utilizzare anche in questo caso uno smartphone dotato di fotocamera necessaria per riconoscere i disegni collocati all’interno dei reparti e per attivare i relativi contenuti virtuali.

Nel reparto i bambini avranno l’impressione di vivere in una favola in quanto tutti i disegni affissi alle pareti permetteranno la visualizzazione “aumentata” dei personaggi del romanzo “Il Piccolo Principe”.

Parte conclusiva del progetto sarà la realizzazione di un convegno aperto a tutte le realtà affini presenti in Italia con l’obiettivo di diffondere le buone pratiche apprese e utilizzate durante il progetto e presentando i risultati ottenuti e rilevati dai medici attraverso specifici indicatori scientifici, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali Corso di Scienze della Formazione Primaria.


Tutto il progetto sarà documentato da un video che riporterà tutte le fasi di sviluppo in modo tale che possa essere utilizzato nel Convegno per semplificare la replicabilità della buona pratica realizzata.

Il progetto sarà realizzato da Tria Corda onlus in qualità di ente promotore in partenariato con
Asl Lecce;
Università del Salento Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione
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Università del Salento Dipartimento di Scienze Umane e Sociali (Corso di Pedagogia e Didattica Speciale).